ozonoterapia

L’ossigeno-ozonoterapia è una macroterapia che riattiva il microcircolo con migliore ossigenazione nei vari distretti corporei, ha un’azione protettiva multi-organo

Ozonoterapia

L’ossigeno-ozonoterapia viene sempre più conosciuta da un numero crescente di pazienti e

si sta affermando come potente strumento terapeutico a disposizione del medico per i risultati clinici sempre più numerosi ed evidenti, sia nelle affezioni vascolari e del microcircolo che nella terapia del dolore dell’apparato osteo-articolare.

L’ozono è una forma allotropica dell’ossigeno; nell’atmosfera assorbe la maggior parte delle radiazioni ultraviolette emanate dal sole.

L’ossigeno-ozonoterapia è una macroterapia che riattiva il microcircolo con migliore ossigenazione nei vari distretti corporei, ha un’azione protettiva multi-organo

DIAGNOSI PRECOCE DELLE MALATTIE SCHELETRICHE DELL’ACCRESCIMENTO

Secondo la via di somministrazione, dello scopo per cui viene l’ossigeno-ozono e lo stato del paziente o del problema, varia la scelta della concentrazione erogata.

Le vie di somministrazione utilizzate sono:

  • Iniezioni intra e periarticolari (da solo o abbinato ad acido Ialuronico)
  • Iniezioni intramuscolari e paravertebrali
  • Iniezioni intraforaminali* e intradiscali*
  • Iniezioni perinervose
  • Iniezioni peritendinee
  • Iniezioni sottocutanee
  • Grande autoemotrasfusione (GAET)
  • Piccola autoemotrasfusione (PAET)
  • Insufflazione endorettale e vescicale
  • Bagging
  • Olio e acqua ozonizzati

 

Secondo la via di somministrazione usata, l’ossigeno-ozonoterapia viene usata in questi campi: angiologia, cardiologia, infettivologia, dermatologia, ortopedia, neurologia, gastroenterologia, oncologia, pneumologia, chirurgia, urologia, odontoiatria, reumatologia, estetica

OZONO TERAPIA NELLE ERNIE DISCALI

Il midollo spinale è una delle strutture più importanti del sistema nervoso del cane e del gatto, è contenuto all’interno della colonna vertebrale, grazie alla quale è protetto da uno strato di osso lungo tutto il suo percorso, tranne alla giunzione tra una vertebra e l’altra dove troviamo i dischi intervertebrali ed i forami che consentono l’uscita delle radici nervose.

Il disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea che funge da articolazione fra i corpi vertebrali adiacenti, ai quali è connesso tramite placche cartilaginee. Esso consente l’articolazione della colonna vertebrale ed assorbe gli urti cui inevitabilmente essa è sottoposta quando l’animale cammina, corre, salta, etc., proprio come un ammortizzatore. Questa struttura anatomica è costituita di due parti disposte concentricamente: la parte più interna il nucleo polposo molto idratato, gelatinoso; e la parte più esterna di contenimento l’anello fibroso. Entrambe le componenti possono andare incontro a degenerazione, con gravi modificazioni della struttura anatomica del disco intervertebrale possibile estrusione di parte o tutto il nucleo polposo nel canale vertebrale

ERAPIA PARAVERTEBRALE

La tecnica classica prevede l’infiltrazione di una miscela di ossigeno-ozono in prossimità del disco interessato. Il protocollo prevede un ciclo di infiltrazioni a distanza di 3-4 giorni. Alla fine di questo primo ciclo, se il paziente ha avuto la riduzione del dolore del 40-50%, si prosegue con un secondo ciclo più dilazionato nel tempo per verificare la stabilità della remissione. Non è necessaria l’anestesia locale e la procedura si svolge in regime ambulatoriale.

Il paziente può riprendere la propria attività entro pochi minuti. Talvolta si hanno effetti positivi immediati, ma in genere si ottengono dopo 2-3 settimane. L’efficacia terapeutica è generalmente eccellente: nell’ernia discale si ha regressione pressoché completa della sintomatologia nel 75-80% dei pazienti trattati. Il risultato è stabile nel tempo, infatti, le recidive si aggirano intorno al 3-5%. Nel caso non si ottengano benefici dopo 5-6 infiltrazioni, si consigliano altre tecniche e terapie. Successivamente si consigliano sedute di richiamo e mantenimento

Foto paziente prima del trattamento di ossigeno ozono terapia:

Foto paziente dopo ossigeno ozono terapia:

Ossigeno e Ozono nelle ferite

L’azione ossidante esplicata dall’ozono ha fatto sì che sin dalla sua scoperta fosse utilizzato come agente battericida, fungicida e inattivante dei virus (Tabella 2). Esso è stato utilizzato inizialmente come agente disinfettante nella produzione di acqua potabile, in Francia dal 1906 ed in Germania dal 1972. La scelta dell’ozono fu basata sul fatto che esso è più efficace di altri disinfettanti verso un più ampio spettro di microorganismi. I diversi batteri mostrano una sensibilità variabile all’ozono: i Gram-negativi sono meno sensibili dei Gram-positivi, i batteri sporigeni si dimostrano più resistenti dei non sporigeni. Poiché il meccanismo con cui agisce l’ozono è la perossidazione lipidica, la causa della differente sensibilità sarebbe imputabile alla differente composizione lipidica della parete batterica. Per quanto detto in precedenza in caso di lesioni della pelle può essere presa in considerazione anche l’uso dell’ozonoterapia, tramite delle infiltrazioni locali.

Questa terapia è consigliata per la cura di ulcere da decubito, ulcere flebostatiche, ulcere diabetiche, ustioni, ritardi di cicatrizzazione e in generale nelle distrofie cutanee.

La penetrazione dell’ozono attraverso gli strati cutanei superficiali e il suo diretto contatto con tessuti sottocutanei scoperti dal processo ulceroso determina una rapida cicatrizzazione e neoformazione epidermica.

Altra metodica di somministrazione è attraverso sacchetti di plastica dentro cui viene tenuto l’arto interessato dalla lesione. Si lega il sacchetto a tenuta stagna e si eroga al suo interno una miscela di ossigeno ozono.

Ferita da morso prima del trattamento

Ferita a dieci giorni

Ferita a 15 giorni

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